PSICOLOGA · PSICOTERAPEUTA EMDR · DBR
dr.ssa Roberta Paradisi
dr.ssa Roberta Paradisi
Quando una persona entra nel mio studio, spesso la prima cosa che nota è il profumo: lavanda o limone, a seconda dell’atmosfera che desidero creare quel giorno. Non è un dettaglio decorativo, ma una scelta intenzionale: gli oli essenziali sono strumenti che utilizzo per facilitare il lavoro terapeutico, creando un ambiente che sostiene il percorso del paziente.
La lavanda è famosa per le sue proprietà calmanti. Studi hanno evidenziato che l’inalazione del suo aroma può ridurre l’ansia e favorire il rilassamento, grazie all’interazione con i recettori GABA del sistema nervoso centrale 1. Allo stesso modo, il limone ha un effetto stimolante e può migliorare l’umore e la concentrazione, rendendolo utile nei momenti in cui è necessaria maggiore chiarezza mentale.

Ad esempio, quando utilizzo l’olio essenziale di lavanda durante le sedute, i pazienti spesso riportano una sensazione immediata di tranquillità. Questo può facilitare un’apertura maggiore durante la terapia, rendendo più efficace il lavoro su temi sensibili. D’altra parte, l’uso dell’olio di limone è particolarmente utile in sessioni in cui vogliamo stimolare la motivazione e la creatività.
Con pazienti che presentano sintomi di ADHD, ho riscontrato benefici nell’uso di oli come vetiver e cedro. Il vetiver, in particolare, è stato associato a un aumento dell’attenzione e a una riduzione dell’iperattività in studi preliminari 2. Anche l’olio essenziale di cedro, ricco di sesquiterpeni, è stato suggerito per migliorare la funzione cerebrale e l’ossigenazione.
Ad esempio, durante le sessioni, applico una goccia di olio di vetiver su un fazzoletto che il paziente tiene vicino a sé. Questo piccolo gesto può trasformarsi in un vero e proprio ancoraggio emotivo, aiutando i pazienti a rimanere concentrati e calmi. È importante tuttavia monitorare le reazioni individuali, poiché ciò che funziona per un paziente potrebbe non essere efficace per un altro.
Durante le sedute di EMDR, quando lavoriamo sull’installazione del “posto al sicuro”, utilizzo talvolta un profumo che il paziente associa a un’esperienza positiva. L’olfatto è direttamente collegato al sistema limbico, il centro delle emozioni e della memoria, e può potenziare il ricordo positivo anche quando il paziente è lontano dallo studio.

Questo approccio rigenera non solo la memoria positiva, ma crea anche un rafforzamento del legame terapeutico. Le fragranze possono fungere da rimandi ai momenti di benessere e sicurezza, facilitando un travaso di calma anche nei momenti di ansia. Tuttavia, è fondamentale ricordare che non esiste un olio “universale”. Gli odori evocano ricordi e emozioni diverse in ogni individuo. Per qualcuno, l’aroma di arancia e cannella può riportare a momenti felici, mentre per altri può essere legato a esperienze dolorose.
Per questo motivo, scelgo con cura gli oli essenziali, ascoltando la storia e le reazioni di ogni persona. Alcuni odori possono stimolare la creatività, mentre altri possono essere troppo pesanti o evocare stati d’animo non desiderati. È importante esplorare con il paziente i profumi che trovano più gratificanti.
Un suggerimento utile è quello di creare un “kit degli oli essenziali” con diverse opzioni. Questo kit può includere lavanda, limone, vetiver, cedro e molti altri aromi. I pazienti possono così esplorare e decidere quali oli preferiscono, rendendo l’esperienza terapeutica ancora più personalizzata.
In questo modo, il profumo diventa uno strumento che non solo accompagna la seduta, ma si integra nel percorso di crescita personale del singolo paziente.